Mondiali 2020, e se fosse l’Italia ad offrire una soluzione per sostituire Aigle-Martigny?
Dopo la cancellazione dei Mondiali di Aigle-Martigny 2020, si cerca un sostituto. L’UCI ha fatto sapere di voler cercare una location in Europa, con caratteristiche simili a quelle in Svizzera e dove si possa correre nelle stesse date. Tra le ipotesi che al momento si rincorrono maggiormente c’è la possibilità che l’evento si svolga in Italia, come aveva già anticipato stamani la Gazzetta dello Sport. Tre le possibilità ipotizzate, partendo dall’eventualità che si possa svolgere quella che era inizialmente la sede prevista per quest’anno, ovvero in Veneto. Uno scenario che appare complesso, considerando i costi (che hanno fatto naufragare il progetto la prima volta) e le necessità di gestione in una delle regioni più colpite nei mesi scorsi dal covid-19.
Più suggestiva e non impossibile la possibilità che si possa correre in Emilia Romagna. L’apertura plausibile viene dall’investimento che la Regione vuole fare nel ciclismo, portando nei prossimi anni il Tour de France a partire proprio da quelle strade. Si tratterebbe dunque di usare parte, o sostituire, di quel capitale in un progetto comunque di grande copertura internazionale, che potrebbe certamente dare visibilità alle città coinvolte.
Resta ovviamente anche in questo caso la grande difficoltà di dover gestire e organizzare un evento di tale portata in poche settimane. A meno che, l’UCI effettivamente non possa decidere di non svolgere l’intera manifestazione, ma solo alcuni eventi. In questo caso sarebbe sicuramente più semplice gestire l’intero evento per un comitato organizzativo che si trovasse a dover partire da zero a sei settimane dalle date previste, ovvero 20-27 settembre.
Il grande scoglio che tutte le sedi dovrebbero tuttavia affrontare, a meno che l’UCI decida di ammorbidire le proprie politiche, è la necessaria approvazione del governo centrale. Questa fu una delle cause dei maggiori contrasti che portarono alla perdita dell’evento, ormai sostanzialmente già assegnato al Veneto, lo scorso anno portando così l’UCI a cambiare sede.
Per il momento si resta dunque ampiamente nel campo di ipotesi, rumor e anticipazioni, che peraltro il CT Davide Cassani ha già voluto smentire ai microfoni RAI, spiegando che “al momento non risultano candidature italiane”. D’altro canto, in questo momento, a poche ore dalla cancellazione ufficiale dell’evento in Svizzera, è evidente che nessuno avrebbe potuto anticipare concretamente la situazione e creare ufficialmente un dossier da presentare all’UCI.
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